Symphyotrichum novae-angliae

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Astro della Nuova Inghilterra
Symphyotrichum novae-angliae
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùAstereae

North American lineage

SottotribùSymphyotrichinae
GenereSymphyotrichum
Specie S. novae-angliae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùAstereae
GenereSymphyotrichum
Specie S. novae-angliae
Nomenclatura binomiale
Symphyotrichum novae-angliae
(L.) GL Nesom, 1994
Nomi comuni

Astro del New England
(DE) Neuengland-Aster
(FR) Aster de la Nouvelle-Angleterre
(EN) Hairy Michaelmas-daisy

L'astro del New England (nome scientifico Symphyotrichum novae-angliae (L.) GL Nesom, 1994) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Astereae (North American lineage) e sottotribù Symphyotrichinae).[1][2]

Etimologia

L'etimologia del genere (Symphyotrichum) deriva da due parole greche "sinfisi" (= tenere insieme, crescere insieme) e "trichos" o "trichinos" (= capelli, un solo capello)[3]. L'epiteto specifico (novae-angliae) indica una possibile zona d'origine del fiore.

Il binomio scientifico attualmente accettato (Symphyotrichum novae-angliae) è stato proposto inizialmente da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, e definito ulteriormente dal botanico L. Guy Nesom (1945 -) nella pubblicazione “Phytologia” nel 1994[4].

Descrizione

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori

Portamento. La specie di questa voce ha un habitus di tipo erbaceo perenne. L'aspetto è cespitoso con diversi gambi (1 – 5 e più). La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e dotate di un asse fiorale più o meno eretto.[5][6][7][8][9][10][11]

Radici. Le radici sono fitte e secondarie da rizoma.

Fusto. Queste piante possono essere alte da 5 a 12 dm (massimo 15 dm).

  • Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto consiste in un rizoma.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è ramificata con diversi capolini terminali (da 10 a 20 o più); nella parte alta il fusto è reso vischioso da peli ghiandolari; la parte bassa spesso è legnosa; il colore del fusto è marrone con sfumature violette nella parte apicale.

Foglie. Dimensione delle foglie: larghezza 1 – 2,5 cm; lunghezza 5 – 13 cm.

  • Foglie basali: il colore delle foglie basali è verde scuro a consistenza membranosa un po' rigida; i margini sono sottili, interi (o debolmente denti) e cigliati; la superficie è più o meno pubescente con tre nervi; la forma è lanceolata e sono disposte in modo patente (e sono sessili).
  • Foglie cauline: le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alterno, sono simili a quelle inferiori ma più ridotte (le foglie dei rami sono ancora più piccole) e con base allargata (cuoriforme); sono sub-sessili.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono composte da diversi capolini raccolti in varie formazioni. La disposizione dei capolini è su più rami in forma di pannocchia, di racemo oppure di corimbo; a volte le sinflorescenze sono molto ramose con diramazioni secondarie. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo radiato con fiori eterogami. Alla base dell'infiorescenza sono presenti delle brattee fogliacee (da 1 a 4) pubescenti a forma strettamente lanceolata. I peduncoli sono pelosi con peli ghiandolari. I capolini sono formati da un involucro, con forme da cilindriche o emisferiche a campanulate, composto da 7 - 9 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, sono lesiniformi a consistenza vischiosa e a consistenza erbacea nella parte apicale, sono disposte in modo più o meno embricato su 3 - 5 serie. Il ricettacolo, bucherellato, è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è piatta. Lunghezza dei peduncoli: 0,3 – 4 cm. Diametro dei capolini: 2 – 4 cm. Diametro dell'involucro: 5 – 15 mm.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni): sono da 50 a 75, sono femminili e disposti su una sola serie; la forma è ligulata (zigomorfa);
  • fiori del disco (centrali): sono più numerosi (da 50 a 110) con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi.
*/x K {\displaystyle \infty } , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio [12]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: dimensione dei fiori ligulati: larghezza 0,8 – 1,3 mm; lunghezza 9 – 13 mm. Lunghezza dei fiori tubulosi: 4,5 – 5,5 mm;
    • fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è prolungata in una ligula nastriforme lanceolata o quasi lineare; la ligula può terminare con alcuni dentelli; il colore varia da azzurro pallido quasi violetto a lilla (ma anche rosei o rossi);
    • fiori del disco: la forma è tubulare bruscamente divaricata in 5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; il colore è giallo/arancio; dimensione dei lobi: 0,4 – 0,7 mm;
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) alla base sono troncate e sono lievemente auricolate (molto raramente sono speronate o hanno una coda); le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte e lanceolate; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).[9][13]
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.[5] Lo stilo è unico, appiattito e terminante in uno stigma bifido con appendici sterili e brevi peli.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo; l'achenio è sormontato da un pappo setoloso e scuro (viola opaco o marrone). La forma è oblunga ma non è compresso. La superficie è percorsa da 7 – 10 nervature longitudinali. Dimensione del frutto: larghezza 0,6 – 1 mm; lunghezza 1,8 – 2,5 mm. Lunghezza del pappo: 4,5 – 6 mm.

Biologia

Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[6][7]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[14] – Distribuzione alpina[15])

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Nordamericano (in Italia è Avventizio).

Distribuzione: in Italia questa specie è distribuita con sicurezza solamente nel Veneto (e regioni confinanti), ma nella maggior parte è coltiva per ornamento[16] e se si trova spontanea viene considerata esotica naturalizzata[14]. Nelle Alpi, fuori dai confini italiani, è presente nelle seguenti località: Francia (dipartimenti di Hautes-Alpes, Drôme e Alta Savoia), Svizzera (cantoni Berna, Vallese e Ticino), Austria (Länder del Tirolo Settentrionale, Carinzia e Stiria) e Slovenia. Sugli altri rilievi europei si trova nei Vosgi, Massiccio del Giura e Massiccio Centrale[15]. Inoltre è molto comune nel Nord America (luogo di origine).

Habitat: è presente nei coltivi e sub-spontanea presso gli abitati; ma anche negli ambienti ruderali, aree abbandonate, scarpate e i megaforbieti collinari e popolamenti a felci. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro e terreno ad alti valori nutrizionali che deve essere mediamente umido.

Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare (oltre a quello planiziale – a livello del mare).

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]

Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Filipendulo-Convolvuletea
Ordine: Convolvuletalia
Alleanza: Convolvulion sepium

Sistematica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[17], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[18] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[19]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][8][9]

Filogenesi

La tribù Astereae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae) comprende circa 40 sottotribù. In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 5 principali lignaggi. Il genere Symphyotrichum (insieme alla sottotribù Symphyotrichinae) è incluso nel lignaggio North American lineage.[20]

La posizione tassonomica di questo fiore è in via di sistemazione. Dopo gli studi filogenetici di questi ultimi anni fatti sul genere Aster (genere cui questo fiore apparteneva precedentemente) è stato spostato nell'attuale genere (Symphyotrichum). Non tutte le checklist sono state aggiornate e alcune mantengono ancora la vecchia denominazione (Aster novae-angliae).

Questo genere, essendo abbastanza numeroso, specialmente in America, viene suddiviso in cinque sottogeneri principali e varie sezioni e sottosezioni. Questa specie è descritta all'interno del subg. Virgulus (Raf.) Nesom .[21]

I caratteri distintivi della specie di questa voce sono:[10]

  • il fusto è moderatamente o densamente pubescente (peli ghiandolari in alto);
  • l'altezza massima della pianta è di 5 a 12 dm;
  • i fiori ligulati sono colorati di blu, purpureo, rosa o viola.

Il basionimo per questa specie è: Aster novae-angliae L. (1753)

Il numero cromosomico di S. novae-angliae è: 2n = 10[11]

Sinonimi

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Aster novae-angliae L.
  • Aster spurius var. novae-angliae (L.) W.P.C.Barton
  • Lasallea novae-angliae (L.) Semple & Brouillet
  • Virgulus novae-angliae (L.) Reveal & Keener

Specie simili

L'elenco seguente indica alcuni fiori simili all'astro della Nuova Inghilterra (a fianco sono indicate alcune caratteristiche utili a distinguerli da quelli di questa voce).

  • Symphyotrichum novi-belgii (L.) GL Nesom - Astro americano: i capolini hanno un diametro minore e non sono presenti i peli ghiandolari.
  • Aster amellus L. - Astro di Virgilio: la foglie basali sono picciolate, l'infiorescenza è più raccolta nella parte terminale del fusto e i capolini sono più piccoli.
  • Aster alpinus L. - Astro alpino: è simile solamente nell'infiorescenza, altrimenti è una pianta molto più piccola.

Usi

L'impiego maggiore di questo fiore è nel giardinaggio e nel commercio dei fiori. Diversi cultivar sono stati sviluppati da varianti come Aster novae-angliae forma roseus (Desfontaines) Britton e Aster novae-angliae forma geneseensis House[11].

Note

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 14 maggio 2024.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 5 gennaio 2011.
  4. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 5 gennaio 2011.
  5. ^ a b Pignatti 1982, vol.3 pag.1
  6. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860
  7. ^ a b Judd 2007, pag.517
  8. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 589.
  9. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, p. 335.
  10. ^ a b Pignatti 2018, vol.3 pag.746
  11. ^ a b c eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 6 gennaio 2011.
  12. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  13. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 15 febbraio 2012.
  14. ^ a b Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 172.
  15. ^ a b c Flora Alpina, Vol. 2 - p. 430.
  16. ^ Pignatti, Vol. 3 - p. 20.
  17. ^ Judd 2007, pag. 520.
  18. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  19. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  20. ^ Nesom 2020
  21. ^ Morgan et al. 2012

Bibliografia

  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
  • V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione., Bologna, Edagricole, 2018.
  • Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
  • Jennifer R. Mandel, Rebecca B. Dikow, Carolina M. Siniscalchi, Ramhari Thapa, Linda E. Watson and Vicki A. Funk, A fully resolved backbone phylogeny reveals numerous dispersals and explosive diversifications throughout the history of Asteraceae, in PNAS, vol. 116, n. 28, 2019, pp. 14083-14088.
  • Caifei Zhang, Chien-Hsun Huang, Mian Liu, Yi Hu, Jose L. Panero, Federico Luebert, Tiangang Gao, Hong Ma, Phylotranscriptomic insights into Asteraceae diversity, polyploidy, and morphological innovation, in JIPB, vol. 63, n. 7, 2021, pp. 1273-1293.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 91, ISBN 88-7621-458-5.
  • Guy L. Nesom, Revised subtribal classification of Astereae (Asteraceae) (PDF), in Phytoneuron, vol. 53, 2020, pp. 1-39.
  • David R. Morgan e Blake Holland, Systematics of Symphyotrichinae (Asteraceae: Astereae): Disagreements Between Two Nuclear Regions Suggest a Complex Evolutionary History, in Systematic Botany, vol. 37, n. 3, 2012, pp. 818-832.
  • AA.VV., The Astereae Working Group.

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Collegamenti esterni

  • Symphyotrichum novae-angliae Catalogazione floristica - Università di Udine
  • Symphyotrichum novae-angliae eFloras Database
  • Aster novae-angliae Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh) Database
  • Symphyotrichum novae-angliae GRIN Database
  • Symphyotrichum novae-angliae IPNI Database
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