Unione degli Stati Sovrani

Niente fonti!
Questa voce o sezione sugli argomenti storia contemporanea e Unione Sovietica non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Abbozzo storia
Questa voce sugli argomenti storia e Unione Sovietica è solo un abbozzo.
Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
Abbozzo Unione Sovietica

     Repubbliche che hanno supportato la riforma prima e dopo il golpe d'agosto (Russia, Bielorussia, Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan, Tajikistan).

     Repubbliche che hanno supportato la riforma fino al golpe d'agosto, successivamente indirizzati verso la totale indipendenza (Azerbaigian e Ucraina).

     Repubbliche che non hanno mai preso atto alla riforma e indirizzate verso l'indipendenza (Lituania, Lettonia, Estonia, Moldavia, Georgia, Armenia).

L'Unione degli Stati Sovrani (in russo Сою́з Сувере́нных Госуда́рств?, Sojuz Suverennych Gosudarstv; ССГ, SSG) fu un progetto di riforma dell'Unione Sovietica voluto da Michail Gorbačëv[1], mai attuato a causa del tentato colpo di Stato in Unione Sovietica avvenuto nell'agosto del 1991.[2]

Storia

Verso il tramonto degli anni '80, l'Unione Sovietica stava assistendo ad una crisi senza precedenti delle sue istituzioni: nelle tre repubbliche baltiche occupate dal 1940, si verificarono a partire dal 1987 enormi manifestazioni che sfiorarono inizialmente alla richiesta di un governo democratico e il ripristino della propria identità nazionale e con il passare del tempo, alla richiesta della totale indipendenza dall'Unione Sovietica; nel Caucaso erano oramai quotidiani scontri fra armeni e azeri per il controllo dell'Oblast' Autonoma del Nagorno Karabakh; il ritiro delle truppe sovietiche dall'Afghanistan nel 1989; l'economia oramai al collasso e anche fuori dall'URSS, il crollo del muro di Berlino, la dissoluzione di tutti i regimi comunisti dell'Europa dell'Est e quindi la fine dell'influenza sovietica, aggravò ulteriormente la situazione.

Sviluppo

Il progetto prevedeva la possibilità alle repubbliche interessate alla sua creazione, una maggiore autonomia, l'iniziativa economica e un sistema elettivo più democratico[3], tuttavia il progetto, dopo il tentato colpo di Stato, nonostante le varie intenzioni degli Stati perse d'interesse, e via via dichiararono l'indipendenza.

Il 25 dicembre 1991 Gorbačëv si dimise da Presidente dell'URSS, e il giorno dopo l'Unione Sovietica viene ufficialmente sciolta dal Soviet Supremo.

Il principio viene tuttavia riutilizzato nella creazione della Comunità degli Stati Indipendenti, un'unione regionale e non più una confederazione.[4]

Note

  1. ^ Gorbaciov 30 anni dopo la fine dell'Urss, 'giorni bui', su ansa.it.
  2. ^ GORBACIOV VINCE MA NON TRIONFA, su ricerca.repubblica.it.
  3. ^ https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/27/nascono-gli-stati-uniti-sovietici.html
  4. ^ «Avevamo un’immagine troppo uniforme dei Paesi del blocco orientale», su eda.admin.ch.

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • The USSR in 1991 (TXT), su history.eserver.org. URL consultato il 3 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2006).
  Portale Comunismo
  Portale Guerra fredda
  Portale Russia
  Portale Storia